I Governatori
della città furono incaricati di preparare il trasporto,
nonché di commissionare ad alcune maestranze la costruzione
temporanea di una chiesa in legno che ospitasse il sacro muretto. Fu
così che alcuni pratici muratori il 2 aprile del 1559
presero il sacro muro lo legarono attentamente con travi in legno e lo
trasportarono in processione nel luogo stabilito.
Fu una gran festa oltre che una processione di tutta la
città, che venne a solennizzare l’evento con
bandiere e gonfaloni.
Successivamente alla nuova ubicazione accorsero molti devoti da tutta
la provincia e dalle zone limitrofe: bresciano, vicentino, mantovano e
trentino.
Tutti i fedeli portavano le loro offerte che aumentavano sempre
più, superando, come riferito dalle cronache
dell’epoca, in valore le migliaia di ducati.
Il Vescovo intese che, oltre sopperire alle necessità delle
convertite di San Francesco di Cittadella, si poteva aiutare anche
qualche luogo pio veronese e così, come scrive Canobbio,
“il 12 maggio 1559 il nostro Vescovo applicò in
perpetuo tutte le oblationi e tutte le elemosine alla magnifica
città di Verona”.
Dopo la concessione episcopale, il Magnifico Consiglio
elesse sei illustri concittadini perché avessero cura e
tutelassero l’amministrazione della gloriosa effige.
Gli eletti prepararono con grandissima dignità
l’ambiente e fecero pure sistemare, accanto all’immagine
benedetta, un ornatissimo altare sul quale il Vescovo Lippomano
celebrò solennemente la prima messa nella festa della
Pentecoste di quell’anno (era il 14 maggio 1559) alla
presenza di quasi tutta la città e di molti
pellegrini qui arrivati.
Il medesimo Consiglio deliberò che “una
generalissima processione” cittadina si recasse nella
campagna sanmichelese davanti alla sacra effige portando
un’offerta di denaro pubblico di cento ducati.
Quaranta
illustri cittadini organizzarono questo bellissimo pellegrinaggio
sorprendente in termini di partecipazione del clero cittadino, delle
arti veronesi, dei collegi dei notai, dei dottori in legge e medici con
molti carri trionfali.
Nel mese di giugno del 1559, sentito il parere della Magnifica
città di Verona, il Vescovo Lippomano decise di
far costruire una grande chiesa e ne affidò la progettazione
al celebre architetto veronese del tempo Michele Sanmicheli (1488/1486
– 1559), il quale preparò il disegno e il modello
ma fu per lui l’ultima sua opera perché
morì proprio nell’agosto di quell’anno,
lasciando così all’allievo e parente Bernardino
Brugnoli l’incarico di proseguire con la costruzione.