A SAN MICHELE

Cana
Paolo veronese - LE NOZZE DI CANA - 1563

I Governatori della città furono incaricati di preparare il trasporto, nonché di commissionare ad alcune maestranze la costruzione temporanea di una chiesa in legno che ospitasse il sacro muretto. Fu così che alcuni pratici muratori il 2 aprile del 1559 presero il sacro muro lo legarono attentamente con travi in legno e lo trasportarono in processione nel luogo stabilito.

Fu una gran festa oltre che una processione di tutta la città, che venne a solennizzare l’evento con bandiere e gonfaloni.

Successivamente alla nuova ubicazione accorsero molti devoti da tutta la provincia e dalle zone limitrofe: bresciano, vicentino, mantovano e trentino.

Tutti i fedeli portavano le loro offerte che aumentavano sempre più, superando, come riferito dalle cronache dell’epoca, in valore le migliaia di ducati.

Il Vescovo intese che, oltre sopperire alle necessità delle convertite di San Francesco di Cittadella, si poteva aiutare anche qualche luogo pio veronese e così, come scrive Canobbio, “il 12 maggio 1559 il nostro Vescovo applicò in perpetuo tutte le oblationi e tutte le elemosine alla magnifica città di Verona”.

Dopo la concessione episcopale, il Magnifico Consiglio elesse sei illustri concittadini perché avessero cura e tutelassero l’amministrazione della gloriosa effige.

Gli eletti prepararono con grandissima dignità l’ambiente e fecero pure sistemare, accanto all’immagine benedetta, un ornatissimo altare sul quale il Vescovo Lippomano celebrò solennemente la prima messa nella festa della Pentecoste di quell’anno (era il 14 maggio 1559) alla presenza  di quasi tutta la città e di molti pellegrini qui arrivati.

Il medesimo Consiglio deliberò che “una generalissima processione” cittadina si recasse nella campagna sanmichelese davanti alla sacra effige portando un’offerta di denaro pubblico di cento ducati.

Quaranta illustri cittadini organizzarono questo bellissimo pellegrinaggio sorprendente in termini di partecipazione del clero cittadino, delle arti veronesi, dei collegi dei notai, dei dottori in legge e medici con molti carri trionfali.

Nel mese di giugno del 1559, sentito il parere della Magnifica città di Verona, il Vescovo  Lippomano decise di far costruire una grande chiesa e ne affidò la progettazione al celebre architetto veronese del tempo Michele Sanmicheli (1488/1486 – 1559), il quale preparò il disegno e il modello ma fu per lui l’ultima sua opera perché morì proprio nell’agosto di quell’anno, lasciando così all’allievo e parente Bernardino Brugnoli l’incarico di proseguire con la costruzione.

Fonte 2
       home

Privacy Policy
policy