Il
500’, in Europa, è stato il secolo del sogno
dell’Impero Universale di Carlo V e della Riforma Luterana;
le pretese universalistiche dell’imperatore si basavano sulla
rivendicazione di essere il successore del Sacro Romano Impero e quindi
sull’interpretazione dell’Impero come egemonia
sugli infedeli.
Per tutta la
prima metà del secolo l’Italia fu oggetto delle
rivendicazioni di Francia e Spagna; solo la Repubblica di Venezia, alla
quale apparteneva anche la città di Verona,
riuscì a mantenere una sostanziale autonomia facendosi anzi
promotrice dell’indipendenza della penisola.
La
rivalità tra la Francia e l’impero di Carlo V che
comprendeva la Spagna con i suoi domini nel Mediterraneo (Napoli, la
Sicilia e la Sardegna), i Paesi Bassi, la Franca Contea e la Germania
meridionale, si fondava, oltre che sulla contesa per la supremazia in
Italia, anche sugli attriti tra Carlo V e il Papa Clemente VII il quale
non accettava il dominio imperiale sull’Italia meridionale e
contestava le ingerenze di Carlo V in materia di fede per quanto
riguardava l’eresia Luterana.
La
rivalità tra la Francia e la Spagna di Carlo V
proseguì a fasi alterne per tutta la prima metà
del secolo; tuttavia, da una parte le difficoltà nella
successione, dall’altra, la dieta di Augusta del 1555 che
risolveva la questione legata all’instabilità
politica della Germania sancendo il principio cuius regio eius religio
(cioè il diritto dei principi di imporre la propria
confessione ai loro sudditi), costrinsero Carlo V ad abdicare. Il
principio sancito ad Augusta infatti infliggeva un duro colpo
all’idea dell’Impero Universale di Carlo V basata,
come abbiamo visto, sull’idea della lotta contro gli infedeli
e l’eresia luterana.
L’indebolimento
di Carlo V comportò di conseguenza il rafforzamento della
Spagna nel contesto europeo e mondiale. La pace di
Cateau-Cambrésis del 1559 mise infine termine al conflitto
franco-spagnolo; con essa la Francia rinunciò
definitivamente alle sue pretese sull’Italia e venne sancita
la supremazia spagnola sulla penisola che si riconfermò
frammentata e debole dal punto di vista politico.